lunedì 6 aprile 2009

Caro Abruzzo, troppi allarmi non ascoltati, questa è una tragedia annunciata


La frazione dell'Aquila quasi rasa al suolo: si temono 50 morti su 400 abitanti.

Tra i corpi quelli di due fidanzati in fuga d'amore. Si scava dove si sentono voci. Una fila di bare davanti alle macerie il piccolo borgo di Onna non c'è più. (GIUSEPPE CAPORALE)

ONNA (L'Aquila) - E' l'odore del terremoto. Quel terribile velo di polvere che stagna nell'aria e avvolge tutto. Qui ad Onna non riesce a coprire lo scenario apocalittico della piccola frazione del Comune dell'Aquila uscita come da un bombardamento. Onna non c'è più. E' una unica distesa di macerie, tra le quali non si riescono quasi a distinguere le linee dei vicoli del paese, e di macchine coperte di fango.

La stima nessuno vuole dirla quasi a non volerla rendere ufficiale, ma in troppi pensano che dei quattrocento abitanti cinquanta siano morti. Anche i soccorritori, a tratti, sembrano gettare la spugna: si scava soprattutto dove si sentono voci da sotto le macerie o dove si pensa di poter trovare qualcuno ancora vivo.
Al confine del borgo, su un prato tra due cavalli che brucano, la fila di dieci bare circondate da parenti che quasi non piangono più, per i loro morti allineati nella improvvisata camera ardente e per quelli che temono seppelliti per sempre sotto le montagne di macerie che fanno da sfondo. Attoniti, davanti ai corpi di due fidanzati, i parenti che hanno perso due giovani e - insieme - hanno scoperto la loro fuga d'amore. Erano scappati a Onna di nascosto dai genitori, sono morti insieme. E insieme sono morti altri due ragazzi di 18 e 16 anni, figli di Giustino Parisse, giornalista del "Centro" di Pescara.

In ginocchio, davanti al paese crollato, la presidente della Provincia Stefania Pezzopane che si è appena lasciata alle spalle le macerie della sua casa dell'Aquila. Cerca di consolare tutti e ripete: "Troppi allarmi non ascoltati, questa è una tragedia annunciata"

La Repubblica (6 aprile 2009)

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