giovedì 26 febbraio 2009

L'Onda: prova di fascismo anche in Italia?

E’ possibile che nel presente si possa ricreare un fenomeno autocratico come quello nazifascista?

Questa è la domanda su cui si basa L’Onda, l’ultimo film diretto da Dennis Gansel, che uscirà nei nostri cinema il 27 febbraio 2009.

l'Onda, da non confondere con il movimento democratico degli studenti italiani, è ispirato ad un esperimento scolastico realmente tentato in California nel 1976, da cui è stato tratto il libro Best Seller “The Wave” (1981) di Tood Strassner a sua volta base del film tedesco, “L’ Onda“ di Dennis Gansel è già un successo cinematografico in Germania.

Germania: un professore, per spiegare un governo totalitario, propone un esperimento ai suoi studenti, una sorta di gioco di ruolo. Una trentina di studenti imparano il cameratismo attraverso l’uso della disciplina, dell’uniforme e del gesto di riconoscimento, l’onda. Il gioco ben presto si trasforma in un vero e proprio movimento, tanto che chi fa parte del gruppo inizia a minacciare gli altri. Le conseguenze sono le più tragiche.

Guarda il Trailer L’Onda
il film su un’inquietante prova di fascismo in classe, una visione che consigliamo a tutti per riflettere sulle tante anomalie che stiamo vivendo in Italia.

martedì 24 febbraio 2009

Per il diritto alla libertà di cura

Non si può stare con Beppino Englaro ma anche con la Binetti ma anche con Marino ma anche con Rutelli.

Ci sono due mondi inconciliabili. Bisogna scegliere senza equivoci da che parte stare. E le "mediazioni" di Rutelli - che gioca a fare la vittima - ci fanno pena.

Due idee fisse non possono esistere contemporaneamente nel campo morale, come nel campo fisico due corpi non possono occupare il medesimo spazio.
(Aleksàndr Sergeevic Puškin)

RICEVIAMO DA IGNAZIO MARINO
l'appello per il diritto alla libertà di cura sul sito
http://www.appellotestamentobiologico.it/
ha già raggiunto quasi 100.000 firme!

Rispettiamo l'Articolo 32 della Costituzione

Il Parlamento, con molti anni di ritardo e sull'onda emotiva legata alla drammatica vicenda di Eluana Englaro, si prepara a discutere e votare una legge sul testamento biologico.
Dopo quasi 15 anni di discussioni, chiediamo che il Parlamento approvi questo importantissimo provvedimento che riguarda la vita di ciascun cittadino.
Il Parlamento, dove siedono i rappresentanti del popolo, deve infatti tenere conto dell'orientamento generale degli italiani.
Rivendichiamo l'indipendenza dei cittadini nella scelta delle terapie, come scritto nella Costituzione.

Rivendichiamo tale diritto per tutte le persone, per coloro che possono parlare e decidere, e anche per chi ha perso l'integrità intellettiva e non può più comunicare, ma ha lasciato precise indicazioni sulle proprie volontà.
Chiediamo che la legge sul testamento biologico rispetti il diritto di ogni persona a poter scegliere.
Chiediamo una legge che dia a chi lo vuole, e solo a chi lo vuole, la possibilità di indicare, quando si è pienamente consapevoli e informati, le terapie alle quali si vuole essere sottoposti, così come quelle che si intendono rifiutare, se un giorno si perderà la coscienza e con essa la possibilità di esprimersi.

Chiediamo una legge che anche nel nostro Paese dia le giuste regole in questa materia, ma rifiutiamo che una qualunque terapia o trattamento medico siano imposti dallo Stato contro la volontà espressa del cittadino.
Vogliamo una legge che confermi il diritto alla salute ma non il dovere alle terapie.
Vogliamo una legge di libertà, che confermi ciò che è indicato nella Costituzione.

PER ISCRIVERSI ALLA
NEWS LETTER DI IGNAZIO MARINO*
www.ignaziomarino.it/newsletter.asp

giovedì 19 febbraio 2009

PD: chi si somiglia si piglia

Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano.
ANTONIO GRAMSCI, 11/02/1917

Ci hanno insegnato che nella vita bisogna prendere delle decisioni e assumersi delle responsabilità. Speriamo che nel Pd sia arrivato finalmente il momento di fare chiarezza una volta per tutte.
Non si può stare con Englaro ma anche con la Binetti. Sono due mondi inconciliabili. Bisogna scegliere senza equivoci da che parte stare.

Tanto per intenderci, per come intendiamo noi il PD, la Binetti e quelli che la pensano come lei è giusto che vadano altrove. Tanto di voti non ne portano da nessuna parte, anzi ne fanno perdere e sono soltanto delle zavorre che non aiutano a fare chiarezza.

Veltroni sarà ricordato come il primo segretario del Pd, un segretario che purtroppo non è stato in grado di assumersi delle responsabilità in sintonia con il sentire del suo popolo di riferimento. Invece di prendere atto della sconfitta sarda e pretendere da segretario una svolta per il futuro del partito, ha optato invece per la comoda scelta delle dimissioni come per levarsi dalle spalle un fardello percepito come insopportabile. Onestamente bisogna anche riconoscere che non è giusto attribuire a Veltroni tutte le colpe, ma l’alibi delle correnti contrastanti dentro il partito, che non gli ha permesso di sviluppare un’azione politica per far crescere il Pd, non regge.
La sua e la nostra sconfitta è nell’assenza di una linea politica chiara e netta, riassumibile nella forma retorica del suo “non solum…sed etiam”.
Non si può essere tutto, questo giochino ingannevole lasciamolo a Berlusconi: imprenditore unto del signore ma anche contadino, datore di lavoro di stallieri mafiosi ma anche operaio, etc…
Noi dobbiamo essere partigiani della democrazia sociale, quella reale e non reality, quella che coinvolge milioni di persone nella vita di tutti i giorni alle prese con i problemi che con questa crisi rischiano di diventare drammatici.

Non si può pretendere di difendere l’interesse dei lavoratori ma anche gli interessi del capitale.

Non ci si può preoccupare del debito pubblico ma anche far finta di niente sui privilegi delle banche.

Non si può essere contro Berlusconi ma anche tacere sul tema del conflitto di interessi.
L’elenco delle inadempienze è lungo e doloroso da ricordare in questo momento, ma è fondamentale tornarci su e rilanciare delle battaglie politiche con un segretario meno american buonista è più militant battagliero, che sappia essere in sintonia con quella parte di italiani che ancora crede nei valori della Costituzione, nello Stato laico e sovrano, nel potenziamento della scuola e della sanità pubblica, nella libertà di scelta individuale, nel diritto di scegliere come vivere e come morire; quell’Italia che rifiuta l’ingerenza politica del Vaticano, la facile retorica dell'antipolitica, la concezione imprenditoriale dello stato, le ossessioni identitarie a sfondo razzista.

Un segretario che ponga come priorità la diffusione dei valori etici nelle relazioni economiche e finanziarie, che sia in grado di promuovere uno sviluppo economico eco-sostenibile e solidale nell’interesse dell’intera collettività, in opposizione al pensiero unico liberista.

Nel centro destra, dall’altra parte del Potere che appare, oggi c’è un ingannatore di serpenti, uno straordinario venditore di illusioni che è riuscito a trasformare un popolo di cittadini in un popolo di consumatori elettori. Un manipolatore della realtà che ha modificato l’etica del nostro paese nello stesso modo in cui si appresta a modificare i valori della Costituzione.
Un’anomalia che ci umilia, perché di fronte ad altre democrazie nel mondo ci rende un paese ridicolo.

L’obiettivo di una Repubblica Presidenziale old sud americana è purtroppo alla sua portata. E’ determinato, ha i mezzi per farlo e non ha di fronte un’opposizione credibile che lo possa contrastare, con tutte le conseguenze che rischiamo in termini di libertà di espressione, di diritti umani, di distruzione dello stato sociale, di distribuzione non della ricchezza ma della povertà…

Noi vogliamo credere che tutto questo si possa ancora fermare, e non crediamo che l’alternativa possa essere il "novello savonarola" Di Pietro paladino della moralità. Ma bisogna affrettarsi a ricomporre un Pd che sappia proporre un modello di società alternativo a quello del centro destra berlusconiano.
Il Pd come unica zattera di salvataggio per non morire berlusconiani.


Ai responsabili chiediamo: PARLATEVI, ASCOLTATEVI E CONFRONTATEVI LEALMENTE! PRIVILEGIATE LA COOPERAZIONE PIUTTOSTO CHE LA COMPETIZIONE. IL NOSTRO PAESE NE HA BISOGNO PIU' DEL VOSTRO ORGOGLIO, PIU' DEI VOSTRI INTERESSI PERSONALI A SOSTENERE LE VOSTRE POSIZIONI.

Noi crediamo che in momenti come questi, l'utilizzo della retorica strumentale alle "scuderie" di partito, le facili scorciatoie o le sterili e superficiali polemiche da salotto televisivo, abbiano lo stesso effetto dell'olio bollente sulla ferita e non aiutano a far capire nel profondo la realtà che si sta vivendo.

Riteniamo che il livello del dibattito su questa nuova situazione politica che si è venuta a creare dovrebbe assumere invece un profilo più alto per riuscire ad affrontare con serietà un problema più grande: la crisi economica e finanziaria che avanza e gli effetti assolutamente inediti e devastanti che possono produrre sul nostro paese, principalmente sui lavoratori, le famiglie, i precari, i disoccupati, gli studenti, gli artigiani, la piccola impresa.

In Spagna Zapatero sta dimostrando che è possibile governare bene senza rinnegare le proprie radici, confrontandosi senza piegarsi alle richieste della chiesa cattolica.
Noi vogliamo credere che anche in Italia è possibile. Un Pd che rivendica una società laica, determinata da uomini e donne solidali, liberi di essere, e non da “fedeli” religiosi intruppati che confondono il peccato con il reato, pretendendo la superiorità della legge divina alle leggi dello Stato.

E lo si può fare, se dentro il Pd, come in un moderno partito socialista-laburista, tutte le varie anime della sinistra riformista, ecologista e quelle che non antepongono l’identità marxista come limite, riescono a convivere e confrontarsi con quelle religiose progressiste che vivono l’esigenza di una ricerca spirituale, senza anteporre il “verbo” del Vaticano o di altre nomenclature religiose, al rispetto della Costituzione dello Stato italiano, laico e antifascista.

Noi ci auguriamo che si vada ad un vero congresso chiarificatore, prima si fa meglio è, per rilanciare un Pd meno coinvolto dagli umori dei salotti mondani e più attento alle istanze che arrivano dai luoghi di lavoro, dalla scuola, dall’università, dai circoli culturali, dalle sezioni, dalle case del popolo, dalle piazze.

Un Pd che sappia interpretare con indicazioni chiare e inequivocabili i bisogni degli italiani che ancora ci credono e dei tantissimi che hanno perso da anni la speranza.

DA BOLOGNA SI PUO' RICOMINCIARE
Per tutti quelli che guardano al Pd per imporre dalla periferia un immaginario di cambiamento. Per tutti quelli che guardano al prossimo sindaco di Bologna da una diversa angolazione:
Oggi più che mai Flavio Delbono sindaco!

martedì 17 febbraio 2009

Cappellacci, Cazzola e Guazzaloca


tre cognomi con un solo nome:
SILVIO


La vittoria di SILVIO Cappallacci in Sardegna pone una seria riflessione anche sulle prossime amministrative a Bologna.
la pretesa di "civicità" di Guazzaloca e Cazzola, la sbandierata distanza dai partiti di questi due candidati al "Premio Arcore" è un inganno, una grande menzogna, una spudorata presa in giro che appartiene più all’arte di recitare che a una seria competizione elettorale.

Alfredo Cazzola o Giorgio Gazzaloca? Intanto, aspettando Berlusconi, il centro destra di Bologna senza una dignitosa personalità, incapace di pensare con la propria testa, ha partorito un mostro a due teste: “Cazz@Loca”.
Il Cavaliere non ha ancora deciso chi sarà il cavallo elettorale da sellare, li farà correre entrambi e prima della data delle elezioni, dal sondaggio che si farà preparare, capirà a chi dare lo zuccherino.

Non è una metafora, l’ha detto lui che può anche candidare il suo cavallo, come fece Catilina, e la vittoria è assicurata se è lui a corrergli in groppa.

Gli elettori che credono alla “civicità” di “Cazz@Loca” e quegli elettori di sinistra delusi da Cofferati che decideranno per l’astensione dovrebbero riflettere su ciò che è successo in Sardegna.
Per Berlusca ogni test elettorale è “cosa sua”, i candidati devono recitare l’unico ruolo che sua maestà di Arcore sa concedere: il ruolo di comparse.
Uno come lui caratterizzato da un fanatico delirio di onnipotenza, non permetterà a nessuno, né tanto meno a Guazza e Cazzola di rubargli la scena all’Election Day del prossimo giugno.

Per Berlusconi, Bologna dopo la Sardegna, è solo una medaglia da appuntare sul suo doppiopetto, una medaglia al valore nella sua guerra strumentale al comunismo che non c'è e al centro sinistra che prova ad esserci e che sta dimostrando più serietà e più affidabilità del centro destra.
Per Berlusca sfondare a Bologna significa spianare una prateria dove può scorrazzare a piacimento, legittimato ancora di più a stravolgere a suo uso e consumo la Costituzione e accreditarsi definitivamente nella sua corsa verso il Quirinale.

La civicità di Cazz@Loca è un "buridone" che assomiglia più ad una pericolosa pagliacciata berlusconiana che a un serio progetto amministrativo per Bologna.

Cazzola e Guazzaloca hanno un'autorevolezza morale per rappresentare la nostra città?

Noi crediamo che con questi due candidati comparse ci troviamo di fronte ancora una volta ad un’anomalia tutta italiana che non ha riscontri in nessun altro paese al mondo.

sabato 14 febbraio 2009

Le "perle" di Guazzaloca

RICEVIAMO DA eugenio.casagrande@email.it ALCUNI INTERVENTI DI CITTADINI BOLOGNESI SU "La REPUBBLICA on line" CHE VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

iuppiter1 09 feb 2009
tra le cose fatte da guazzaloca occorre ricordare: l'incarico dato alla figlia per un progetto professionale da 100.000 euro circa. Le Gocce inaugurate 3 o 4 volte. La barriera eretta in Comune per non ricevere i cittadini. L'assenza costante ad Consigli comunali. l'appropriazione dello studio che fu di Dozza in perfetto stile narcisista e maniacale; la frequentazione del bar all'aperto in piazza maggiore per abbronzarsi invece di lavorare; la frequentazione della palestra President e dell'hotel Mare e Pineta a Milano Marittima invece di lavorare; ed ancora ieri la bugia in perfetto stile berlusconiano nell'affermare che il tracciato del civis non transitava da via S.Vitale e strada Maggiore quando i documenti dicono il contrario. Guazzaloca, inoltre non si è ancora dimesso da membro dell'antitrust ed sta ben seduto sulla sedia; Riguardo poi le 20.000 firme raccolte esse sono ovviamente tarroccate: io ho firmato 4 volte in tempi deversi. Il seguito alla prossima puntata.

elipsos il 09 febbraio 2009
Non capisco il tanto entusiasmo nei confronti di molti bolognesi nei confronti di Guazzaloca, si vede che Cofferati ha prodotto dei danni davvero seri se tanti nostri concittadini ora hanno una fiducia cieca in quello che è stato un Sindaco come tanti, espressione della mediocrità in cui è precipitata Bologna. E' stato il tanto osannato Guazzaloca a partorire l'odiato Civis (con passaggio in centro e penale da 20 milioni inclusi), le orrende Gocce, il metrò più inutile del mondo (chi avrebbe mai utilizzato un metrò Fiera-Staveco?), la privatizzazione della Sala Borsa (con spazi rimasti chiusi per 3 anni e affitti milionari non pagati dall'inquilino). Mi auguro che i bolognesi si ricordino di questi sperperi del pubblico denaro alle prossime elezioni: quando sento Guazzaloca che parla di "risparmio" ed "efficienza" e che poi è pronto a buttare 20 milioni di euro per non far passare un filobus per via San Vitale mi sento preso per un idiota.

iuppiter1 il 08 febbraio 2009
Tra le cose fatte da Guazzaloca ricordo: il Museo della Musica inaugurato tre volte ( ad avanzamento lavori) poi consegnato incompleto; la pulizia da parte di Hera di piazza Maggiore poi inaugurata; la posa della statua di S.Petronio poi inaugurata; la fontana di piazza Trento e Trieste sempre in manutenzione causa la precarietà del manufatto fatta in fretta per poterla inaugurare la fuga da Bologna dopo la sconfitta; la firma del contratto per il Civis (il 14/2/04 prima della cacciata) con transito da starda Maggiore e via S.Vitale: anche se smentisce ci sono gli atti che lo sbugiardano; l'occupazione da abusivo della sedia di membro dell'antitrust. Il seguito alla prossima.

iuppiter1 il 23 ottobre 2008
Leggo sulla stampa che il Guazza guadagna 300.000 (leggasi trecentomila) euro all'anno pensionabili: praticamente come 20 operai. Mi piacerebbe sapere quale contributo fornisce all'Italia questo signore per un compenso così indecentemente elevato. E' vero che, dopo la trombatura del 2004 e conseguente fuga da Bologna, il suo amico Pierferdi (il peggior presidente della camera che l'Italia abbia mai avuto) lo ha imposto, pur non avendo il Guazza nessun requisito come la legge richiede per un tale incarico, ma occorreva avere il senzo della decenza! Il pensare che un tal personaggio, che non mollerà l'osso del posto a Roma finchè non sarà maturato il diritto alla pensione per il milione e 500 mila euro (5 anni x 300.000), potrà essere l'amministratore di Bologna mi fa inorridire. Tra l'altro le proposte fantasiose sono la prova del vuoto che lo sorregge. In pratica anche il Guazza ha il suo ponte sullo stretto: trasferire il S.Orsola al Bellaria. Con la bacchetta magica del Berlusca!.

martedì 10 febbraio 2009

Cara Eluana

Ai tuoi genitori meravigliosi un abbraccio

sabato 7 febbraio 2009

Basta!

“Tirannide indistintamente appellar si debbe ogni qualunque governo in cui, chi è preposto all'esecuzione delle leggi può farle, distruggerle, interpretarle, impedirle, sospenderle o anche soltanto eluderle con sicurezza d'impunità. E quindi o questo infrangileggi sia ereditario o elettivo, usurpatore o legittimo, uomo buono o tristo, uno o molti, a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva che basti a ciò fare, è tiranno, ogni società che lo ammetta è tirannide, ogni popolo che lo sopporta è schiavo”.
Vittorio Alfieri

Ogni riferimento a fatti o persone della scena politica di questi giorni è assolutamente inevitabile

DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE DA QUESTO INDIVIDUO
FIRMA L'APPELLO

“Il cammino della democrazia non è un cammino facile. Per questo bisogna essere continuamente vigilanti, non rassegnarsi al peggio, ma neppure abbandonarsi ad una tranquilla fiducia nelle sorti fatalmente progressive dell’umanità…
La differenza tra la mia generazione e quella dei nostri padri è che loro erano democratici ottimisti. Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme”.
Norberto Bobbio

UN APPELLO ACCORATO AL CENTRO SINISTRA:
VALORIZZATE LO SPIRITO DELLA COOPERAZIONE
PIUTTOSTO CHE QUELLO DELLA COMPETIZIONE